lunedì 26 gennaio 2009

Diktat

Magari non faccio bene, magari è questa la causa di tutti i mali del mondo, ma nel mio, di mondo, tendo a sostenere le sfumature per quanto riguarda le faccende di una certa importanza, e a preferire le posizioni nette su quelle più frivole (solo in apparenza, a dire il vero).
Finisce, così, che nel fantasticosmo da me abitato possono entrare solo le persone che:
- non leggono Topolino perché pensano sia il fumetto più brutto del mondo;
- non ascoltavano gli Oasis a metà degli anni ’90;
- non sono nate negli anni ’90.

sabato 24 gennaio 2009

Poetry in Turin

Nel 2006, nella bella Turin, si tenne la prima edizione del Festival Torino Poesia, che ancora oggi trascina con sé parecchie iniziative interessanti, tra cui le pubblicazioni delle Edizioni Torino Poesia.
Se la gente (e uso la parola “gente” mica a caso: generico quanto basta) si sente in diritto – alcuni addirittura in dovere – di scrivere cose per gli altri, ma gli altri non riconoscono il bisogno di leggere queste cose, figuriamoci se la stessa gente si cimenta nella poesia…
Ma chi ne ha voglia di trastullarsi nella lettura delle poesie di chicchessia e poi magari parlarne bene in pubblico?
Io, per esempio.
Così segnalo, con compiaciuta serenità rispetto alla segnalazione, il libro Temporali di Andrea Bonnin (qui), che è bello per tanti buoni (miei) motivi.
E all’autore chiedo: ma le poesie sono più facili da scrivere o no?

martedì 20 gennaio 2009

Mi chiamo Bruno

Stamattina mi sono svegliata e non ero più io.
Mi chiamo Bruno, ho quasi 37 anni, sono vestito di bianco e ho i capelli laccati, un vistoso anello al dito mignolo e vivo tra la Repubblica dominicana e Haiti in un paese dimenticato da Dio.
In una stanza con 17 gradi di aria condizionata e umidità al 75%, racconto da dieci anni la stessa storia, quella del ghiaccio con il buco, che non fa venire la dissenteria.
La gente non ride, io sì.
Mi chiamo Bruno, ho una faccia che svela chiari segni di scarsa intelligenza e da dieci anni faccio un lavoro di merda.