martedì 29 aprile 2008

Life

Da piccola ero un'appassionata di giochi in scatola. Ogni occasione in odor di regalo diventava la data giusta per riceverne uno. Ne ho di tutti i tipi: dai classici (Monopoli e Risiko) ai più sofisticati (possiedo persino un Innamoramento e Amore, liberamente tratto dal libro di Alberoni). Ma il mio preferito era, e rimane, Life-Traguardi della MB.
Life è un percorso virtuale (cartonato semplice) di un'ipotetica vita, in cui il giocatore parte da solo – su un'automobile, però, non a piedi – e a poco a poco raggiunge i suoi traguardi che si palesano come: titolo di studio, scelta del lavoro, matrimonio, figli e alla fine la CASA, che sarà la piccola abitazione in campagna o il mega villone appena fuori città.
Il bello del gioco è che c'è sempre la doppia scelta: una specie di sliding doors tridimensionale; ti assumi tu rischi e pericoli della strada presa, con l'unica incognita della "ruota della fortuna".
Tu giri, ma alla fine è lei che sceglie per te.
Tutto come nella vita vera: uno sfondo di cartone, un'automobile, tu e la tua ruota della fortuna (gli altri).

sabato 26 aprile 2008

L'uomo della televisione

Pensate a trovarvi un buon marito e un buon padre per i vostri figli. Ora come ora desidero molto meno, che però è sempre troppo. Voglio l’uomo della televisione, punto e basta. 
È lui il mio principe azzurro, che arriva alla sera a casa per farmi compagnia sul divano e al mattino riparte, ma poi ritorna. Non sono mica garanzie da poco, tutto il resto non conta poi così tanto.

giovedì 24 aprile 2008

Smog

Left only with love

I'm left only with love for you
You did what was right to do
And I hope you find your husband
And a father to your children

'Cause I'm left only with love for you
You did what was right to do
And I hope you find your husband
And a father to you children

When I lost you
I lost my family
You did what was right to do
And I hope you find your husband
And a father to your children

'Cause I'm left only with love for you
You did what was right to do
An I hope you find your husband
And a father to your children

lunedì 14 aprile 2008

The dreamer

Wim Wenders ha dichiarato di ascoltare almeno mezzora al giorno di Fabrizio De André e di possedere un i-Pod solo per tutta la sua discografia. Non so, però, se al buon caro Wim sia mai capitato di sognare quello che ho sognato io la scorsa notte.
Alcuni uomini si sono intrufolati nel mio bilocale torinese con l'intento di rubare una musicassetta contenente l'ultimo brano inedito di De André, intitolato Il dragone rosso, non so per quale motivo in mio possesso. Gli uomini hanno trovato la musicassetta e l'hanno messa in un mangianastri. La cosa bella è che la canzone è davvero partita nel sogno, parole e musica, tutto quanto. Purtroppo al risveglio ho ricordato solo il titolo. Titolo che, a occhio e croce, De André mai avrebbe dato a una sua canzone.

domenica 13 aprile 2008

Fiducia

Il motivo per cui sabato mattina ho preso l'auto e mi sono messa in autostrada è perché ho ancora la residenza a Ovada, e lì mi tocca andare a votare. Altrimenti sarei volentieri rimasta a casa a dormire tutto il fine settimana. Pioveva; al curvone di immissione in autostrada ho perso il controllo della ka, che ha iniziato a roteare su se stessa. Il tir che avevo dietro di me, non so come, ha sterzato e non mi è venuto addosso. Io sono finita a cinque centimetri dal guard rail, in direzione opposta al senso di marcia. Ho perso totalmente il senso dell'orientamento, mi veniva da piangere. Sarebbe stato assurdo se mi fossi fatta anche solo un graffio, visto lo scopo del mio viaggio. Così ho promesso: deludetemi ancora una volta e non mi avrete più. Astensionista a vita.

mercoledì 9 aprile 2008

Opportunità

Leggo il post di G. (qui) che impara a tuffarsi, a entrare nell'acqua come dio comanda. Il mio primo tuffo fu a sei anni (più o meno), con Marcello che mi seguiva con lo sguardo e mi dava le dritte giuste. E io ferma impalata, per ore, che avevo paura dell'impatto. M. si stancò e mi disse se hai voglia buttati, non so più che cosa dirti, affari tuoi. Girò la testa e io mi tuffai.
Le opportunità sono così: arrivano, non le riconosci subito. C'è chi ci rinuncia in anticipo, chi le coglie nel momento sbagliato (quando l'altro gira la testa) e chi si butta e basta, e prende tutto il bello che ne viene. Come dopo un tuffo.

martedì 8 aprile 2008

senza titolo

Abbracciati stretti, il ragazzo e la ragazza si mossero giù per il vialetto. Ballavano. E quando finì il disco, ne misero su un altro, e quando finì anche quello il ragazzo disse: “Sono ubriaco”.
La ragazza gli disse: “Ma va’ là che non è vero”.
“E invece sono ubriaco”, disse il ragazzo.
L’uomo mise su l’altra facciata del disco e il ragazzo disse: “È vero”.
“Balla con me”, la ragazza disse al ragazzo e poi all’uomo, e quando l’uomo si alzò, lei gli si avvicinò a braccia spalancate.

“C’è della gente laggiù che ci guarda”, disse lei.
“È tutto a posto”, rispose l’uomo. “Questa è casa mia”, disse.
“Che guardino pure”, disse la ragazza.
“Proprio così”, disse l’uomo. “Credevano di averne viste di tutti i colori, qui. Ma una cosa del genere non l’avevano ancora vista, eh?”, disse.
Sentiva il fiato della ragazza sul collo.
“Spero che il letto le piaccia”, disse.
La ragazza chiuse e riaprì gli occhi. Spinse il viso contro la spalla dell’uomo. Lo strinse ancora di più a sé.
“Lei dev’essere disperato o qualcosa del genere”, disse.

[…] Non smetteva di parlarne. Lo raccontava a tutti. C’era qualcos’altro da dire e lei tentava di tirarlo fuori. Ma dopo un po’ smise di provarci.

R. Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, minimum fax, Roma 2001.


lunedì 7 aprile 2008

Cosa ti aspetti?

Le aspettative sono strani miscugli di attesa e illusione, di fiducia ben riposta e fantasia. A esser forti le vinci facilmente, le soffi via e ci sputi sopra. Ti prendi solo quello che c'è, senza intrusi e ripensamenti.
A esser forti, appunto...