mercoledì 5 luglio 2006

Arrivi II

Nessun aeroporto per me, solo la stazione di Alessandria. Che non è proprio l'arrivo finale (Ovada), ma una specie di scalo. Nessuna folla scalpitante, solo il pulmino che mi porterà a casa.
C'è però l'intuizione di quello che troverò, di quello che non mi appartiene e che non mi è mai piaciuto: facce, voci e toni. Sopra tutto la cantilena, lenta, arrotata e uniforme. La voce come segno.

1 commento:

Andrea Tullio Canobbio ha detto...

Dài, non fare così. Ovada è sempre meglio di Alessandria!