domenica 24 agosto 2008

Bisogni primari

È strano vedere come anche piccoli tumulti provochino veloci spostamenti dei propri riferimenti quotidiani.
La carestia e la dieta idrica, il terremoto e il dolore fisico, le dittature e l’accettazione imposta. Tutto ciò fa scivolare il mio pensiero dai profondi dubbi ontologici e deontologici a questioni impellenti che han già trovato risposta: «Non puoi mangiare».
E così sono venti giorni che penso quasi solamente al cibo, in tutte le sue forme e sapori. A masticare e assaporare montagne di tiramisù, pane e pizze, fritti misti e pastasciutte. Poca forza, come al solito.

1 commento:

Ila ha detto...

ma no ma no, è solo il geniale modo in cui noi esseri umani, non a caso specie superiore, auto-alimentiamo il desiderio per poi trarre maggior piacere dalla sua soddisfazione...quando potrai dinuovo mangiarli, tiramisù, pizze e pastasciutte non ti saranno mai sembrati così buoni!