mercoledì 1 ottobre 2008

Nuda al mercato

Per fortuna esistono i bei libri, sì. Nudo al mercato, di Biyi Bandele, era finito sotto altri ed è venuto fuori prima che entrassi io in ospedale. È un libro straordinario, con la capacità di unire diversi registri e più voci.
Gli appunti di Rayo sulla sua prigionia da parte del governo dello Zowabia, l’amore per Tere che dorme con tutti per pagarsi gli studi, la voce di un fratello che assiste a una vita di pazzia, senza saper mantenere, però, la stessa lucidità di chi è capace a uscire, spogliarsi e correre nudo al mercato della sua città.
In tutto ciò riesce a inserirsi anche una breve leggenda (per me sono le pagine più belle) sullo Zowabia e sulla sua gente, che costruisce muri elettrificati e redige uno splendido esempio di Costituzione (chiamata “dei Due Pesi e delle Due Misure”).

Vorrei avere la stessa sensatezza di Rayo in questo momento, la stessa calma intelligenza che sa dove andare a parare, con il coraggio di chi non è certo di nulla. Vorrei la mia Tere, che non sarebbe mia, ma ci sarebbe quando ne ho bisogno. Ora. Vorrei un’altra città e altre leggi. E poi…

L’ho presa tra le braccia e l’ho spinta in alto sull’altalena. Lei ha riso e riso e riso. Abbiamo costruito castelli sulla sabbia, castelli giganti e castelli piccolissimi e castelli medi. E abbiamo riso e riso e riso. I castelli si ergevano orgogliosi sulla sabbia, e bellissimi. Erano dipinti di ogni colore e sfumatura mai vista a questo mondo: verde, nero, bianco, rosso, giallo, azzurro, viola, nocciola, ambra, grigio, marrone… mille colori e diecimila sfumature e un arcobaleno fatto di dieci arcobaleni.
E lei ha riso. E io ho riso. E lei ha riso. E io le ho detto: «Tere, un giorno ti sposerò e costruirò un castello come questo. Il più bel castello del mondo, di mille colori, con la musica giorno e notte. Per me e te soli».

Biyi Bandele, Nudo al mercato, Edizioni gorée, Iesa 2007

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