Little fucker

Sono allo Spazio 211 con tre amici spaiati, gli unici che per motivi differenti decidono di venire con me stasera a sentire Vic Chesnutt, accompagnato dagli Elf Power.
Siamo in pochi: la mia ansia di anticipare il tempo ci fa arrivare lì molto presto, ma va bene così.
Mentre bevo una birra c'è già lui nel locale.
E' un uomo piccolo, accartocciato, sembra sprovvisto di alcun tipo di difesa su quella carrozzina, e quando gli Elf Power iniziano a suonare, nella prima parte del concerto, lui è accanto a me, di lato. Ascolto e mi volto a guardarlo ripetutamente.
Quando arriva il suo momento di salire sul palco mi accorgo di quanto la potenza della sua voce e della sua musica sia commovente e tenera.
Per magia lui diventa quel piccione della copertina di North Star Deserter: un volo basso, breve, ma pur sempre staccato da terra.
3 commenti:
Davvero,sembra una cosina sul punto di rompersi, ma una volta sul palco, che enormità umana! e che voce!
Bello!Bello!Son proprio contenta di essere riuscita a vederlo.
Zitto, passo e leggo. Oggi lascio l'invito per il mio blog. Magari ti piace magari no.
Grazie. Provvedo subito.
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